Abbiamo chiesto ad un pittore non convenzionale come Francesco Sapuppo di rappresentarci.
Il risultato, una libera interpretazione delle colate laviche realizzata anche con materiali vulcanici, non avrebbe potuto descriverci meglio: vi presentiamo “Terra” (100x200, acrilico e tecnica mista).
Le stratificazioni del suolo, di cui da sempre andiamo fieri tanto da averle lasciate in bella vista nella nostra cantina ipogea perché chiunque venendoci a trovare possa apprezzare l’unicità del nostro terroir, trovano in quest’opera un’interpretazione personale eppure fedele, artistica eppure quanto mai aderente alla realtà.
I cinquemila anni di colate laviche vengono reinventati nell’opera anche attraverso l’uso di materiali non convenzionali, come i lapilli delle scorse eruzioni.
Con l’inserimento di materiale lavico, l’artista ha voluto così dare corpo e significato ad un’opera che dell’Etna si fa celebrazione, senza retorica.
A rappresentare la potenza del vulcano, il suo fuoco, è il bagliore rosso che in questa immaginaria stratificazione si pone in profondità, invece che in cima, mentre i tagli di luce regalano una luminosità impossibile in questo scorcio sotterraneo.
In alto, i segni verdi sono il sentire del terreno, la natura viva del vigneto che dal terreno prende e regala vita.