Febbraio 2019
del 24 Febbraio 2019

Spostandoci da Viagrande a Milo e dunque accrescendo di un grado la nostra visuale e il nostro processo di comprensione, sempre più profonda, di cos’è l’Etna del vino, siamo spinti a chiederci ancora più precisamente che cosa è davvero un terroir. È quel misto di composizione del suolo, altitudine, esposizione, microclima che definisce le condizioni oggettive dei vigneti, certo, e poi è anche il codice genetico delle varietà che da sempre vi dimorano, ma è anche e innanzitutto un “genius loci” legato al fattore umano da cui non si smette di imparare: è il complesso di tutti gli apprendimenti che numerose generazioni di vignaioli, prima di noi, ci hanno consegnato nella conoscenza della terra e nel modo di relazionarvisi.
Milo racchiude molto di questo genio, che leggiamo ad occhio nudo anche in questa antica terra che sta per tornare ad essere una giovane vigna. C’è una ragione per cui questo è il luogo dell’Etna Bianco Superiore.
E noi siamo davvero orgogliosi di avergli dedicato un importante investimento.

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